L’opera intende illustrare, senza la pesantezza e la specificità di un classico documentario di approfondimento ma con gli occhi di un visitatore comunque interessato, il Santuario Arcivescovile San Bernardino alle ossa in Milano, sorto nel 1269 vicino all’odierna via Brolo.
Il Santuario non rientra tra i percorsi tipici degli operatori turistici ma merita, tuttavia, grande considerazione per la presenza di opere come: l’altare in marmo raffigurante "Santa Maria Maddalena in casa del fariseo"; una tomba di famiglia, del 1768, di alcuni discendenti di Cristoforo Colombo; il sepolcreto dei Disciplini.
Ma è la cappella dell’Ossario che conquista il visitatore anche quello più distratto. Nella volta a forma di tazza sono dipinte le anime purganti che ascendono alla gloria del Paradiso fra una moltitudine di Angeli. Mentre le pareti sono quasi interamente ricoperte di ossa e teschi che si trovavano nell’antico ossario. Secondo una leggenda, il 2 novembre, il giorno dei morti le ossa di una bambina a sinistra dell’altare tornano a vivere trascinando tutti gli altri scheletri in una danza macabra.
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